lunedì 10 ottobre 2011

[I Quattro Cavalieri dell'Apocalisse I: Sacrificio alla Luna.]

Un penny per la mia noiosa storia,
di certo narrata meglio in passato.
Scala, figlio mio, trascina il tedioso
cadavere simboleggiante l'anima
d'ogni uomo vivente nell'attuale
e, come loro, deifica l'oscuro
passato, giocando col nulla d'ora.
Non piangere, piccolo, ora hai un penny!
Sporcalo, in fretta, col tuo impuro seme,
prima che gli sciacalli t'azzannino
dilaniando le tue marce memorie.
Oh, piccino, sei nato sol ier l'altro
ma sei già il demone più pio di tutti:
peccato originale indelebile.
Muori e risorgi, attendendo di nascer
allo sterminio della razza umana.
E, col tuo rosso cavallo, colpisci
la scienza, il credo e la realtà, devastando;
oh, immortale figlio dell'uomo: Guerra.

L'Amico.


domenica 9 ottobre 2011

[L'argento o lo stagno?]

Cos'è quella cosa che lacera le
carni per far discorrere le anime?
Che nelle notti d'inverno, guardando,
di notte, il cielo, ti fa pensare a lei?

Cos'è quella cosa che quando tutto
è perduto non uccide la speme?
Che rintrona nella testa per giorni,
mesi, stagioni e perfin per secoli?

Da giovane stolto potrei nominar
quel sentimento onnipresente in tutti,
quello che vive e non muore: l'amore.

Ma se state attenti e siete un po' saggi
scorgerete anche un'altra cruda risposta
che alla mente vi giunge tosta: odio.

L'Amico.


giovedì 6 ottobre 2011

[Beatitudine.]

Sommerso d'impegni, tra amici e libri,
mi prendo un momento per pensare a me.
Ed ecco che lei soggiunge ridente,
com'un chiodo fisso nella mia mente.
Quale splendido incubo di bellezza.
Da solo mi creo il mio danno, mi torturo
pensando se lei mi pensa e mi sogna,
non capendo perchè non s'abbandoni
a quel dolce torpore che è l'amore.
D'istinto m'alzo e mi siedo nel prato:
cerco la fuga dal sogno agognato,
sapendo per certo che è pura utopia.
Accendo la musica e m'assopisco
in quel giardino ch'è come un fratello,
il luogo segreto del mio pensiero.
Mi sveglio che sera s'è fatta già
e comprendo che sempre potrò esser
felice, perchè la luna è là e il dono
suo è lasciarsi guardare nel cielo.

L'Amico.


 

[Ritiro]

Come potrei, in un istante solo,
di me porre la fine?
Come potrei, senza rimpianto alcuno,
serrare le porte della tenue mia esistenza?

Il premio è corposo; se come un dolce vedi il sapere.
Ma la medaglia, ha pur sempre due lati.
L'abbandono è forse, troppo, troppo pesante?
Il materialismo è più forte dell'interior richiamo?

Come Jean Floresses Des Esseintes dovrei fare,
o magari, semplicemente imparare dai suoi errori.
Forse, ed infine, non dovrei ritirarmi in questi pensieri,
ma limitarmi ad osservare.

L'Amico













 Ora ne approfitto per fare una piccola introduzione. Chi sono io? L'Amico. Cosa faccio? Scrivo. Scrivo poesie, libri e musica e occasionalmente disegno. Ho aperto questo blog per esporre alla gente le mie opere e per dimostrare che forse, in Italia, la poesia non è ancora morta.